Teatro

Anversa, La juive

Anversa, La juive

Allestimento violentemente contemporaneo dell'opera che racconta il fanatismo religioso e la cecità dell'intolleranza verso ogni diversità.

Anversa, Opera Vlaanderen, “La juive” di Fromental Halévy

IL FANATISMO PERENNE

La neo barocca sala dell’Opera Vlaanderen di Anversa ha ospitato uno dei capolavori del grand opera francese, La juive di Fromental Halévy. Rappresentata per la prima volta all’Opèra di Parigi nel 1835, La juive conobbe subito un enorme successo in tutto il mondo, fino a eclissarsi quasi completamente nel secondo dopoguerra; solo recentemente una riscoperta di questo coinvolgente dramma ne ha permesso di riscoprire la bellezza delle pagine musicali. La juive è l’emblema del fanatismo religioso, rappresentato dai due personaggi Eleazar e Brogni, entrambi ciechi nella loro concezione assoluta di religione che trasformano l’innocente Rachel in vittima sacrificale del loro egoismo.

Il tema del fanatismo religioso è sempre stato, fin troppo facilmente, il filone conduttore delle ultime produzioni di quest’opera e anche la lettura che ne fa il regista tedesco Peter Konwitschny. In questo caso le due parti, i cristiani e gli ebrei, non hanno nessuna differenziazione se non guanti blu gli uni e guanti gialli gli altri, del resto vestiti tutti in completo bianco e nero. Il regista si concentra sulle folle, vera forza trascinante del fanatismo: il coro diviene così il vero protagonista dell'opera e della violenza dettata da un odio cieco verso il diverso. Ma nessuno, secondo Konwitschny, è immune a questo: ecco cristiani ed ebrei accanto nel preparare cinture dinamitarde. Lo spettacolo è ambientato nel contemporaneo: le scene fisse e minimali di Johannes Leiacker sono pilastri composti di tubi in acciaio che rappresentano sia i palazzi di Costanza che le prigioni che la casa di Eleazar; l’asetticità dei tubi è contrapposta alla ricchezza di un enorme rosone con vetri decorati nel fondo della scena, simbolicamente la forza del cristianesimo e del Concilio di Costanza. La resa registica dell’opera conosce però non solo momenti di forte espressività, ma spesso eccede in eccessi, come il quartetto finale del primo atto completamente coperto dalle risate sguaiate del coro che invade la platea, cosa che si ripete anche con i singoli cantanti per tutta la durata dell’opera, spesso poco efficace e disturbante (nel secondo atto Eudoxie entra nella casa di Eleazar completamente ubriaca con una bottiglia di champagne in una mano e nell’altra una pistola). L’eccesso, la violenza, la tensione sono sentimenti tutti palpabili in questa regia che propone il parallelismo tra l’epoca della vicenda (1414) e la contemporaneità: Konwitschny realizza, forse non riuscendoci appieno, questo ponte ideale tra ieri e oggi, tra finzione e realtà.

La direzione del maestro Tomàš Netopil, alla guida Orchestra dell’Opera Vlaanderen, è risultata di grande respiro, nonostante i diversi discutibili tagli, cesellata nei minimi particolari, con precise sfumature drammatiche e un’intensità espressiva unica: Netopil si conferma essere uno dei migliori direttori del repertorio grand opera francese.

Molto valido il cast, in cui ha svettato sicuramente Asmik Grigorian nel ruolo di Rachel: il soprano armeno possiede una forza drammatica veramente eccezionale, la sua potenza vocale viene espressa più volte riuscendo a rendere un personaggio fragile ma nello stesso momento forte. Non di meno, nel ruolo dell’Ebreo Eleazar, Roberto Saccà: il tenore italiano ha mostrato un temperamento non comune, espresso nella riuscitissima e applauditissima aria Rachel, quand du Seigneur; la voce brunita e una tecnica ineccepibile mettono in risalto gli acuti sicuri, un fraseggio nitido e la dizione francese perfetta. Voce grave e autorevole quella del basso russo Dmitry Ulyanov nel ruolo del Cardinal de Brogni. Non convince appieno Randall Bills in Leopold; il giovane tenore deve sicuramente maturare e dimostrare una maggiore sicurezza vocale e scenica. Bella voce e ottima presenza scenica per il soprano leggero Nicole Chevalier nel ruolo della principessa Eudoxie: perfetta emissione vocale e grande espressività. Funzionale e corretto il Ruggiero di Toby Girling. Molto valida e grandemente espressiva la prova del Coro dell’Opera Vlaanderen preparato e diretto dal maestro Jan Schweiger.

Visto ad Anversa il 29 aprile 2015